NIZZA – CALICE LIGURE – CASALE MONFERRATO


ITINERARI / sabato, Dicembre 22nd, 2018

Appuntamento alle 08:00 all’Autogrill Sesia Ovest sulla A26.

Il sole si sta alzando ma l’aria è parecchio freschina e nonostante i pantaloni termici, il micropile sotto la tuta e i sottoguanti, la speranza è che il sole cominci a scaldare l’aria affinchè i 350 Km che ci separano da Nizza siano ancora più piacevoli.
Alle 08:10 arrivano Ivan e Domenico da Milano, mentre Giuseppe e Giuditta ci attendono qualche chilometro più a sud.
Riempiti i serbatoi inizia il viaggio: decidiamo, visto che il pernottamento sarà a Calice Ligure, di guadagnare tempo percorrendo l’autostrada fino a Ventimiglia, entrare a Montecarlo e raggiungere Nizza facendo la costa.



La strada corre veloce e per l’ora di pranzo siamo sul lungomare di Montecarlo, dove percorriamo parte di quello che, durante il Gran Premio di F1, diventa il circuito che tutti abbiamo visto almeno una volta in televisione.
Passiamo in mezzo al porto (Yacht da sogno e macchine supersportive la fanno da padrone) e poi sotto il tunnel che porta verso il centro cittadino.
Ripresa la statale sulla costa, arriviamo a Nizza dove parcheggiamo in una piazzetta adiacente il lungomare, alla ricerca di un posto dove soddisfare la nostra fame.
C’Ë molta gente e i ristoranti sono tutti pieni.
Attendiamo qualche minuto e troviamo un tavolo che fa al caso nostro alla Brasserie “Le Flore” dove ci portano costine d’agnello e un assaggino (davvero minuscolo) di formaggi, il tutto accompagnato da un buon boccale di birra fresca, seguito poi da un caffè.
Ci alziamo da tavola e ci dirigiamo in spiaggia, dove abbiamo appuntamento con Carol, un’amica di Ivan, che ci promette un giretto nella zona, prima di riprendere la strada verso Calice Ligure.

Risaliamo in moto e raggiungiamo Saint Paul, un paesino arroccato su una collina qualche chilometro a nord-ovest di Nizza, dove ci beviamo un caffè e facciamo due passi tra le strette viuzzole che portano su una terrazza panoramica da dove si vede il mare e le colline antistanti il paese da una parte, le montagne dall’altra.
Comincia a calare la luce del sole ed è ora di ripartire alla volta del B&B che ci ospita per la notte.
L’aria torna ad essere fredda e, con una formazione a “V” tipica degli stormi di uccelli, percorriamo i chilometri che ci separano dalla cena e una buona dormita.

Arriviamo a Calice Ligure in ritardo, visto che l’andatura è stata tranquilla per qualche problema di visibilità, oltre che per via del freddo.
Una volta davanti al cancello, raggiungiamo una graziosa casetta su una collina, dopo aver percorso qualche centiaio di metri su per una stradina asfaltata ma impervia e stretta che passa in mezzo al bosco.
Ad accoglierci c’è Elisa, la proprietaria (insieme al marito Fabio) che pazientemente ha atteso il nostro arrivo per mostrarci le graziosissime camere.
L’appartamento a noi riservato è composto da un ingresso con cucina, stufa e un divano. Sulla sinistra c’è la camera matrimoniale in cui dormiranno Giuseppe e Giuditta.
Attraversando l’ingresso si raggiunge il corridoio dove troviamo il bagno, la doccia e la camera da quattro.
Ogni cosa è al suo posto, tutto è perfetto.

Lasciamo le borse e ci cambiamo, sono ormai le 22:30 e se non ci sbrighiamo, l’unico ristorante ancora aperto potrebbe non farci più da mangiare.
Elisa ci presta la sua panda e scendiamo in paese:
Mentre guardiamo il menu, vediamo passare una splendida grigliata di carne e chiediamo immediatamente di poterci sfamare con una meravigliosa bistecca, qualche salsiccia e qualche spiedino di carne, accompagnati da un buon vino rosso della casa.
Chiacchieriamo fino a oltre la 1:30. Caffè e ammazzacaffè e poi a letto per il meritato riposo.

Ci alziamo poco prima delle 08:00, ci si fa la doccia, la colazione e si esce in giardino.
La pace è regina di un luogo isolato in mezzo alle colline che la sera prima non avevamo avuto modo di vedere, visto il buio.
Conosciamo Fabio, il marito di Elisa e dopo qualche minuto ci sediamo attorno a un tavolo su un terrazzo dove ci viene offerto del caffè (e Giuseppe pela anche qualche patata, insieme ad Elisa).

I discorsi più o meno impegnativi ci coinvolgono a tal punto che non ci rendiamo conto che è ora di ripartire per non tardare all’appuntamento che abbiamo a Ovada con Pia.
Ancora qualche foto intorno alla casa e poi via.

Giunti a Ovada conosciamo Pia, una simpatica Guzzista amante dei viaggi a due ruote. Quattro chiacchiere e poi cerchiamo un posto per il pranzo.
Sul navigatore satellitare di Ivan troviamo una trattoria a Rocca Grimalda, un paesino a pochi chilometri da li.
La trattoria si chiama “Trattoria alla Rocca”. Le pareti sono sul violetto e seduta c’è poca gente (ormai sono le 14:00!).
Leggendo il menu, sono subito attratto dalla “Perbureira”, una zuppa di fagioli e lasagne arricchita con olio e aglio crudo.
Qualche bicchiere di Dolcetto della casa, qualche assaggino di affettato e formaggio e un buon caffè.
Si riparte con l’idea di fare un percorso in mezzo alle colline della zona. Prendiamo quindi la “strada del vino” fino ad Alessandria, attraversandola, e poi raggiungendo Casale Monferrato dove ci fermiamo per l’ultimo stop del week end prima di tornare a casa.

Il gruppo si divide in due: Ivan, Domenico e Pia vanno verso Milano. Io, Giuseppe e Giuditta verso Vercelli.

Il viaggio ha dato modo a tutti noi di conoscere nuovi amici e amiche che condividono la passione per la moto e di vedere posti nuovi.
Nel complesso il week end è stato piacevole anche se, per esigenze di tempo e qualche imprevisto, abbiamo percorso più autostrada di quanto avevo calcolato organizzando il viaggio.